Numerose ricerche scientifiche evidenziano come un’alta percentuale di bambini e ragazzi con disturbi specifici dell’apprendimento (stima dell’80%) manifesti disturbi della sfera emotiva e/o relazionale. L’insuccesso scolastico è al tempo stesso causa e conseguenza di una scarsa stima di sé e della convinzione di non essere abbastanza capaci.
In una scuola sempre più orientata al voto e alla performance, la prima realtà con la quale i bambini sono chiamati a misurarsi è quella della valutazione.
Tuttavia non sempre ad impegno e studio conseguono esiti soddisfacenti e spesso si fatica ad arrivare ai medesimi risultati dei compagni, nonostante gli enormi sforzi attuati.
Quando esperienze di questo tipo vengono ripetute nel tempo è probabile che si attivino atteggiamenti di ostilità o rinuncia nei confronti della scuola, accompagnati da demotivazione, disinteresse e condotte di evitamento per sottrarsi alla frustrazione e all’ennesimo insuccesso, interpretato come conferma della propria inadeguatezza e incapacità.
Se il bambino/ragazzo smette di cimentarsi nei compiti affermando di non essere capace è probabile che sia entrato nel circuito che lo psicologo statunitense Seligman ha definito “impotenza appresa”.
Come sostenere l'autostima di un ragazzo con DSA?
La prima cosa da fare è uscire dalla gabbia dei voti, adulti per primi.
Comunicare la fiducia nelle loro capacità affidando compiti in cui possano sentirsi competenti.
Spiegare che tutti possiedono punti di forza e debolezza ed aiutarli a riconoscere i propri.
Rinforzare positivamente i loro sforzi e la loro fatica anche quando i risultati non sono quelli che si vorrebbero.
Non criticare gli insuccessi ma renderli occasioni di apprendimento: "cosa hai imparato?"
È essenziale trasmettere l'amore incondizionato che si ha per loro affinchè sentano e sappiano di essere voluti bene aldilà delle difficoltà di apprendimento e del loro successo scolastico.
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